In un contesto globalizzato, dove la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica rappresentano le pietre miliari del progresso, la Regione Lazio ha compiuto una mossa strategica con l’abrogazione del reddito energetico regionale, una decisione che riflette un impegno profondo verso la transizione energetica e la sostenibilità.

In questa dinamica, i manager della sostenibilità e transizione 5.0 sono chiamati a interpretare questa svolta non come una fine, ma come un nuovo inizio verso un modello energetico più equo e sostenibile.

La legge 23/2023, nota come Legge di stabilità 2024, segna un punto di svolta nel percorso della Regione verso un’economia più verde e partecipativa. Abrogando gli articoli 5 e 6 della legge regionale 19/2022, il Lazio ha scelto di abbandonare il reddito energetico, una misura inizialmente pensata per sostenere i nuclei familiari più vulnerabili. La ragione di questa scelta risiede nella necessità di liberare risorse finanziarie precedentemente allocate, pari a 2 milioni di euro per il 2023, a favore delle Comunità energetiche rinnovabili (CER).

L’assessore al Bilancio, Giancarlo Righini, ha precisato che l’abrogazione è stata motivata dalla volontà di non sottrarre fondi essenziali alle CER, in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e della legge regionale n. 14/2021. Quest’ultima, con l’articolo 74, promuove attivamente le comunità di energia rinnovabile e i gruppi di autoconsumatori, spianando la strada verso una transizione energetica basata sulla partecipazione attiva e sulla produzione decentralizzata di energia.

Per i manager della sostenibilità e transizione 5.0, questa evoluzione normativa offre numerosi spunti di riflessione e azione. È evidente come il Lazio stia puntando su un modello energetico che favorisce l’autosufficienza, la resilienza locale e la condivisione delle risorse, valori chiave nel contesto della transizione energetica globale. Il sostegno alle CER rappresenta un investimento nel capitale sociale, nella coesione comunitaria e nella sostenibilità ambientale, elementi fondamentali per una crescita equilibrata e inclusiva.

In questo scenario, i manager della sostenibilità sono chiamati a:

  1. Rivalutare gli Strumenti Finanziari: È cruciale esplorare nuovi strumenti di finanziamento che possano sostenere le famiglie vulnerabili senza compromettere il finanziamento delle iniziative di energia rinnovabile.
  2. Favorire la Collaborazione: È essenziale promuovere una stretta collaborazione tra le amministrazioni pubbliche, il settore privato e le comunità locali per garantire un approccio olistico alla transizione energetica.
  3. Investire in Educazione e Sensibilizzazione: La consapevolezza e la partecipazione attiva dei cittadini sono fondamentali. Occorre investire in programmi di formazione e sensibilizzazione per promuovere un cambiamento culturale verso la sostenibilità.
  4. Monitorare e Valutare l’Impatto: È necessario implementare sistemi di monitoraggio e valutazione per misurare l’impatto delle politiche energetiche sul benessere delle comunità e sull’ambiente.

La decisione della Regione Lazio di abrogare il reddito energetico a favore delle CER non è solo una scelta politica, ma un invito a reimmaqginare il futuro energetico in chiave sostenibile. I manager della sostenibilità e transizione 5.0 sono i catalizzatori di questa trasformazione, guidando la società verso un domani più resiliente, partecipativo e verde.