La transizione energetica in Italia riceve un nuovo impulso con l’imminente attuazione del decreto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), un passo avanti significativo dopo tre anni dall’adozione della direttiva europea Red II.

Questa normativa, entrando in vigore il 24 gennaio, inaugura una fase cruciale per incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili nel territorio nazionale.

Il ministero dell’Ambiente, dopo aver ottenuto il benestare dall’Unione Europea e dalla Corte dei conti, ha finalmente reso pubblico il decreto, segnando l’inizio di un percorso strutturato per la piena attuazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Nonostante l’iter burocratico non sia ancora concluso, il decreto prevede che entro i prossimi trenta giorni, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) e il Gestore dei Servizi Energetici (Gse) definiscano le linee guida operative per la gestione e l’assegnazione degli incentivi.

L’obiettivo dichiarato è ambizioso: promuovere l’installazione di impianti rinnovabili per una potenza complessiva di 5 GW, pari a quasi tutta la capacità installata nell’ultimo anno. I pilastri su cui si fonda il sistema di incentivi sono chiari: una tariffa incentivante ventennale per l’energia prodotta e condivisa all’interno delle CER e un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili per le comunità nei Comuni fino a 5.000 abitanti, beneficiando di un fondo di 2,2 miliardi di euro provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Il Gse, nella sua veste di soggetto gestore, avrà il compito di valutare l’accesso ai benefici e di erogare gli incentivi. La procedura per accedere a tali incentivi parte dall’identificazione di un’area adatta all’installazione di un impianto rinnovabile, di potenza massima pari a 1 MW, e dalla costituzione di una Comunità Energetica. Quest’ultima, una volta ottenuta l’autorizzazione per l’impianto e connessa alla rete, potrà beneficiare della tariffa incentivante per l’energia condivisa tra i suoi membri.

Il Ministro Pichetto esprime ottimismo riguardo a questa svolta, sottolineando il ruolo centrale delle CER e dell’autoconsumo diffuso nel panorama della transizione energetica italiana. Il decreto rappresenta non solo un passo avanti per lo sviluppo delle fonti rinnovabili ma anche un avvicinamento concreto agli obiettivi climatici del Paese, promettendo un futuro più verde e sostenibile.

In conclusione, il decreto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili segna l’inizio di una nuova era per il settore energetico italiano, offrendo opportunità concrete per la sicurezza energetica e contribuendo significativamente alla lotta contro il cambiamento climatico. Con il percorso ora delineato, l’Italia si avvia a diventare un punto di riferimento nell’ambito delle energie rinnovabili, dimostrando come l’innovazione e la sostenibilità possano andare di pari passo verso un futuro più resiliente e responsabile.

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Tratto da Greenreport e Il Il Sole 24 Ore

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Le FAQ del ministero per le Comunità Energetiche Rinnovabili