In Italia, le comunità energetiche stanno emergendo come esempi tangibili di un futuro energetico sostenibile e cooperativo.

Queste comunità, attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative e l’approccio alla condivisione delle risorse, dimostrano che è possibile unire sostenibilità ambientale, beneficio economico e coesione sociale. Da Nord a Sud, ogni comunità con il suo unico mix di risorse rinnovabili, sottolinea l’impegno del paese nella transizione verso un modello energetico più verde e inclusivo. Questo articolo esplora alcune delle comunità energetiche più promettenti, evidenziando come ciascuna di esse contribuisca a plasmare il panorama energetico italiano, facendo luce sulla loro importanza non solo per l’ambiente, ma anche per l’economia e la comunità locale.

In un contesto in cui la sostenibilità è al centro dell’agenda globale, ed in attesa delle regole operative e dell’attivazione dei portali previsti dal Decreto, l’Italia brilla per le sue comunità energetiche, che stanno attivamente trasformando il paradigma energetico tradizionale. Da nord a sud, queste comunità stanno sfruttando l’energia solare, eolica, idrica e geotermica, dimostrando che la transizione verso l’energia pulita è non solo possibile, ma anche vantaggiosa economicamente e socialmente. L’articolo si propone di evidenziare la diversità e l’innovazione di queste iniziative, delineando un futuro in cui l’energia è sostenibile, condivisa e profondamente radicata nel tessuto sociale e culturale del paese.

Secondo le analisi condotte dal Politecnico di Milano, entro il 2025, in Italia vedremo la nascita di circa 40,000 comunità energetiche di varie dimensioni e tipologie. Questo coinvolgerà circa 1.2 milioni di famiglie, 200 uffici e 10,000 piccole e medie imprese in progetti di produzione e consumo di energia autoprodotta. Tale diffusione prevista potrebbe portare a una significativa riduzione dei costi di distribuzione e trasmissione per gli utenti finali, stimata in 720 milioni di euro, aprendo la strada a un’ulteriore accelerazione che potrebbe portare il numero totale di comunità energetiche in Italia a superare le 100,000.

Questo trend non riguarderà solo l’Italia ma coinvolgerà tutti i Paesi europei. Secondo il rapporto realizzato da Federmanager in collaborazione con l’Associazione Italiana degli Economisti dell’Energia, intitolato “Il ruolo delle Comunità energetiche nel processo di transizione verso la decarbonizzazione,” si stima che entro il 2030 queste comunità potrebbero coprire fino al 19% della domanda totale di energia elettrica in Europa, con una prospettiva ancora più ambiziosa che potrebbe arrivare al 45% entro il 2050.

Esempi in Sardegna

Nel cuore della bellissima Sardegna, grazie al prezioso supporto di Enostra, sono state create due Comunità Energetiche Rinnovabili che stanno rivoluzionando il panorama energetico dell’isola. Queste comunità, realizzate nel territorio dei Comuni di Villanovaforru e Ussaramanna, rappresentano un passo avanti nell’adozione di fonti di energia sostenibile, e sono un esempio tangibile di come la collaborazione tra il settore privato e le comunità locali possa portare a cambiamenti significativi nella produzione e nell’uso dell’energia. Attraverso l’installazione di impianti fotovoltaici e altre fonti rinnovabili, questi progetti stanno contribuendo non solo a ridurre l’impatto ambientale ma anche a promuovere l’indipendenza energetica locale. Enostra ha svolto un ruolo fondamentale nel fornire l’esperienza e le risorse necessarie per il successo di queste comunità, dimostrando come il settore privato possa essere un partner prezioso nella transizione verso un futuro energetico più sostenibile.

Esempi in Sicilia

In Sicilia, a Ragusa, Enel X e Banca Agricola Popolare di Ragusa hanno supportato un progetto di autoconsumo collettivo. Nel 2021, la Sicilia ha inaugurato la prima Comunità Energetica Agricola d’Italia dedicata all’autoconsumo collettivo, segnando un passo significativo nella promozione dell’energia sostenibile. Questo innovativo progetto, frutto di un’azione congiunta tra gli agricoltori locali e l’energia pulita, rappresenta un modello esemplare di come l’agricoltura e la produzione energetica possano unirsi per promuovere la sostenibilità ambientale. L’articolo fornisce dettagli sulle tecnologie adottate, evidenziando come i pannelli fotovoltaici siano stati installati nelle aziende agricole per la generazione di energia solare. Inoltre, si sottolinea come questa iniziativa sia stata resa possibile grazie alla collaborazione con Enel, che ha fornito l’infrastruttura e la piattaforma tecnologica necessaria per il monitoraggio e la gestione intelligente dell’energia all’interno della comunità agricola. Questo progetto dimostra come l’energia rinnovabile stia contribuendo in modo significativo alla sostenibilità delle attività agricole, promuovendo al contempo una maggiore consapevolezza sull’importanza dell’autoconsumo collettivo nell’ambito delle comunità agricole italiane.

A Ferla, un piccolo comune nella provincia di Siracusa, è nata la prima comunità energetica siciliana, denominata “CommOn light”. Questa iniziativa, promossa da una comunità di poco più di duemila abitanti, mira a produrre e distribuire energia elettrica in modo solidale e sostenibile. La nascita di questa Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è stata resa possibile grazie a stimoli normativi, come la direttiva europea Red II e il decreto legislativo 199 del 2021, che supportano e promuovono l’istituzione di CER. La leadership e l’intraprendenza dell’amministrazione comunale di Ferla, con il sostegno di un team di ricercatori dell’Università di Catania, sono stati fondamentali per avviare questo progetto ambizioso. La CER di Ferla prevede un modello di gestione pubblica, con il comune in prima linea, coinvolgendo cittadini, enti pubblici e aziende come co-produttori e consumatori, tutti con pari dignità. Questa iniziativa mira a promuovere la transizione energetica e ridurre i costi energetici per i partecipanti attraverso la condivisione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. Gli incentivi generati saranno reinvestiti per espandere ulteriormente la capacità energetica della comunità. La CER di Ferla rappresenta un esempio di come le comunità locali possano contribuire alla sostenibilità ambientale, alla coesione sociale e all’efficienza energetica, offrendo vantaggi economici diffusi.

Esempi in Piemonte

In provincia di Cuneo: dal 2020, Magliano Alpi è diventata una fiorente Comunità Energetica Rinnovabile (CER) grazie all’iniziativa del comune stesso. Questo entusiasmante progetto, denominato “Energy City Hall,” ha visto la realizzazione di due impianti fotovoltaici con una potenza complessiva di 40 kW, i quali forniscono energia sia agli edifici pubblici che a quelli privati. La collaborazione con l’Energy Center del Politecnico di Torino è stata fondamentale per il successo dell’iniziativa. Inoltre, il comune ha investito nell’acquisto di smart meters, connessi a tutte le utenze partecipanti alla CER, e ha adottato la piattaforma Energy4Com per monitorare attentamente i flussi di produzione e consumo energetico nella comunità. Questo impegno dimostra come Magliano Alpi stia sfruttando appieno le risorse rinnovabili e la tecnologia per promuovere uno stile di vita più sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico.

Nella pittoresca città di Pinerolo, in Piemonte, è emersa una lodevole iniziativa di autoconsumo energetico all’interno di un condominio residenziale, rappresentando un passo avanti nel settore dell’energia sostenibile. Questo progetto, documentato su Repubblica.it, dimostra come sia possibile promuovere l’adozione di fonti di energia pulita anche nelle aree urbane dense. Grazie alla collaborazione tra i condomini e il supporto di esperti del settore, il condominio è stato dotato di impianti fotovoltaici, consentendo agli inquilini di produrre e consumare la propria energia rinnovabile. Questa iniziativa è un esempio concreto di come la transizione verso fonti di energia sostenibile sia possibile anche nelle realtà cittadine, riducendo l’impatto ambientale e promuovendo al contempo l’indipendenza energetica a livello locale. La storia sottolinea l’importanza della collaborazione tra comunità e professionisti dell’energia nel promuovere uno stile di vita più sostenibile e responsabile.

Nel suggestivo scenario montano del Piemonte, precisamente in provincia di Cuneo, le unioni montane Valle Maira e Valle Grana hanno dato vita alla prima comunità energetica di area vasta interamente pubblica in Italia. Dopo un intenso lavoro di un anno e mezzo, questa comunità è stata formalmente costituita come Associazione Temporanea di Scopo, senza fini di lucro, a fine gennaio. Il suo principale obiettivo è promuovere l’efficienza energetica nelle Valli Maira e Grana, non solo attraverso il risparmio energetico, ma soprattutto incentivando l’uso di fonti rinnovabili e l’autoconsumo di energia. Questa iniziativa coinvolge attualmente 22 comuni aderenti, con l’obiettivo di cambiare il modello di produzione energetica e lavorare per una transizione energetica più sostenibile. La Comunità Energetica di Area Vasta svolgerà un ruolo cruciale come aggregatore e coordinatore delle piccole comunità energetiche locali, promuovendo l’energia distribuita e rinnovabile. Il prossimo passo sarà la costituzione del Comitato di pilotaggio per coordinare tutte le attività e individuare finanziamenti per progetti futuri. Questa iniziativa segue il precedente progetto “Smart Land e Comunità Energetica,” che ha visto la collaborazione tra le unioni montane Valli Maira e Grana per promuovere l’efficienza energetica, l’uso di fonti rinnovabili e la gestione intelligente degli impianti pubblici. Questa comunità energetica si basa sulla ricchezza delle risorse idriche locali e punta a sfruttare l’idroelettrico, il fotovoltaico e le biomasse per contribuire alla transizione energetica delle valli.

Esempi in Emilia Romagna

La Comunità Energetica di Quartiere, nota come “GECO,” rappresenta un importante passo avanti nella transizione verso l’energia sostenibile a Bologna, nell’Emilia-Romagna. Questo progetto, documentato sul sito della Regione, testimonia l’impegno della comunità locale nell’adozione di fonti di energia pulita e nell’ottimizzazione dell’uso energetico a livello di quartiere. Attraverso la collaborazione tra i residenti e le autorità locali, sono stati implementati sistemi di generazione energetica da fonti rinnovabili, migliorando l’efficienza e la sostenibilità del quartiere. Questa iniziativa dimostra come le comunità di quartiere possano svolgere un ruolo fondamentale nella riduzione dell’impatto ambientale e nella promozione dell’autosufficienza energetica a livello locale. Il progetto “GECO” è un esempio concreto di come l’Emilia-Romagna stia abbracciando la transizione energetica verso un futuro più verde e sostenibile.

A Imola, l’associazione di piccole e medie imprese in una Comunità Energetica rappresenta una soluzione innovativa per sfruttare l’energia rinnovabile in loco, riducendo i costi energetici e le emissioni di gas serra. La prima Comunità Energetica di piccole e medie imprese è nata nel 2021 grazie agli sforzi congiunti degli Assessorati all’Ambiente e allo Sviluppo Economico del Comune di Imola, Bryo e il Tavolo delle imprese. Inizialmente composta da tre aziende del settore meccanico, il progetto mira a incentivare le imprese locali a interessarsi alle energie rinnovabili, sfruttando le opportunità offerte dalla Direttiva REDII dell’UE 2018/2001. L’investimento iniziale, sostenuto da Bryo, prevede la vendita di energia alle aziende per 10 anni, dopo i quali le aziende diventano proprietarie dell’impianto, con un risparmio del 33% sui costi energetici.

Con l’introduzione della nuova Direttiva REDII dell’UE, il progetto ha potenzialità di ulteriore sviluppo, inclusa l’espansione della Comunità Energetica di piccole e medie imprese e il suo potenziamento. Le nuove linee guida consentono l’utilizzo di impianti alimentati da fonti rinnovabili fino a 1 MW, l’autoconsumo virtuale e l’utilizzo delle reti di distribuzione esistenti. I partecipanti possono includere piccole e medie imprese, enti territoriali, autorità locali e titolari del punto di connessione sotteso alla stessa Cabina Primaria. Bryo ha sviluppato un’applicazione apposita per coinvolgere un numero maggiore di aziende e realtà locali interessate a partecipare a una Comunità Energetica, semplificando il processo di adesione.

Esempi in Veneto

La Regione Veneto si sta impegnando attivamente a sostenere iniziative innovative di produzione e scambio di energia da fonti rinnovabili, come dimostrato da alcuni esempi di comunità energetiche nella regione. “Energia Agricola a Km 0” è una delle prime comunità energetiche venete, nata nel 2018 grazie alla collaborazione tra Coldiretti Veneto e ForGreen. Questa iniziativa coinvolge oltre 1.500 partecipanti, tra aziende agricole e utenti domestici, che condividono l’energia rinnovabile autoprodotta, contribuendo a risparmiare 10.514 tonnellate di emissioni di CO2 all’anno.

Un altro esempio è l’Associazione Veneziana Albergatori (AVA) in collaborazione con Infinityhub, che sta implementando pannelli fotovoltaici negli alberghi di Venezia, con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici e immettere in rete l’energia in eccesso, ottenendo un risparmio energetico significativo.

A Ponzano Veneto, il Residence Cicogna ha costituito una piccola comunità energetica, basata su una decina di impianti fotovoltaici. In questa comunità, chi ha un surplus di energia green autoprodotta può condividerla con i vicini, riducendo gli sprechi energetici, e l’energia in eccesso viene immessa nella rete elettrica nazionale, generando vantaggi economici per l’intero residence.

esempi CER italia
Esempi di comunità energetiche in Italia. Immagine creata con AI.

Esempi in Lombardia

Nella provincia di Lodi, la Comunità Energetica di Turano Lodigiano, conosciuta come Solisca, sta emergendo come un modello esemplare di comunità energetica rinnovabile e solidale. Fondata nel 2020, Solisca è situata nel Comune di Turano Lodigiano, con una popolazione di 1500 abitanti. Questa comunità energetica si basa su un impianto fotovoltaico da 47 kW installato sui tetti della palestra e del campo sportivo locali, oltre a una stazione di ricarica per veicoli elettrici collegata a un servizio di car-sharing. La comunità è costituita dal Comune come Prosumer (produttore e consumatore di energia elettrica) e da altri 15 Consumer (solo consumatori), tra cui la parrocchia e famiglie a basso reddito. Questa energia rinnovabile viene utilizzata per alimentare l’auto elettrica del Comune e condivisa tra i membri, contribuendo a ridurre le emissioni di CO2 e promuovendo l’indipendenza energetica.

Solisca è stata inaugurata nel gennaio 2022 ed è diventata pienamente operativa nell’aprile dello stesso anno, diventando la prima Comunità Energetica della Lombardia, la prima CERS (Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale) del Nord Italia e la prima ad essere completamente digitalizzata. Grazie a una piattaforma digitale fornita da Sorgenia, la comunità può monitorare in tempo reale la produzione, il consumo e il prelievo di energia, garantendo una condivisione equa dei ricavi tra i membri, con attenzione particolare alle famiglie a basso reddito. Solisca ha prodotto circa 50 MW di energia, il 30% dei quali è stato condiviso tra i soci, contribuendo a evitare 26 tonnellate di CO2, equivalente a quanto assorbito da 158 alberi. Questi risultati dimostrano come Solisca sia più di una semplice iniziativa economica, rappresentando un modello che affronta anche la povertà energetica e promuove l’indipendenza dalle fonti fossili. Il sindaco Emiliano Lottaroli è un sostenitore appassionato di questo modello di comunità energetica, viaggiando per condividere le best practices con altri Comuni italiani e promuovere la transizione ecologica.

La valtellinese SEM Società Cooperativa, fondata nel lontano 1897, si è evoluta nel corso degli anni diventando una realtà significativa nel settore energetico. Attualmente, la SEM produce energia elettrica sfruttando ben 9 impianti mini-idroelettrici situati nella suggestiva regione di Valtellina/Alto Lario, con una potenza complessiva di 11 MW. La sua influenza si estende oltre la produzione, poiché nel 2002 ha acquisito la rete locale di distribuzione da Enel, diventando il distributore esclusivo per i Comuni di Morbegno, Cosio Valtellino, Bema e Rasura. La sua rete elettrica copre una vasta area, estendendosi per 82,5 km a Media tensione e per 269 km a Bassa tensione. La SEM è un esempio di “public company,” con un consistente numero di utenti soci (624) e utenti non soci (165). Nel corso degli anni, ha investito nella diversificazione delle fonti energetiche, con impianti di cogenerazione alimentati a metano e biomassa legnosa, fornendo energia e calore agli abitati circostanti attraverso una rete di teleriscaldamento. L’efficienza di questi impianti ha raggiunto oltre l’88%, consentendo un notevole risparmio energetico rispetto alle tariffe nazionali, pari a 0,0125 euro per kWh.

Con l’approvazione della legge regionale n. 2 del 23 febbraio 2022, la Regione Lombardia si era posta l’obiettivo di svolgere un ruolo attivo nella promozione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) all’interno del territorio regionale. Questa iniziativa mirava a sviluppare incentivi specifici per avviare e sostenere la realizzazione delle infrastrutture necessarie per il funzionamento delle CER. Era essenziale informare i cittadini e gli imprenditori riguardo a questa opportunità e fornire loro il supporto necessario per attraversare tutte le fasi coinvolte, dall’identificazione dei potenziali utenti e la raccolta delle informazioni sulle utenze, alla costituzione formale delle associazioni o cooperative, all’installazione degli impianti e alla distribuzione dei benefici tra i partecipanti della Comunità. La legge aveva istituito la Comunità Energetica Regionale Lombarda (CERL) con il compito di realizzare un sistema di monitoraggio finalizzato a diffondere le migliori pratiche sul territorio e a raccogliere dati utili per la definizione di politiche di incentivazione e diffusione delle CER. Inoltre, la legge prevedeva un finanziamento di 20 milioni di euro nell’ambito del Piano Lombardia destinato ai Comuni lombardi per la creazione delle CER, e una manifestazione di interesse era stata indetta per consentire agli enti interessati di cogliere questa opportunità.

Esempi in Puglia

Nel pittoresco comune di Biccari, in provincia di Foggia, è nata la prima comunità energetica in forma cooperativa. Questa iniziativa è emersa dalla cooperativa di comunità di Biccari e rappresenta un importante passo avanti nella transizione verso fonti di energia rinnovabile. Attualmente, la comunità è dotata di oltre 30 kW di pannelli fotovoltaici già installati sugli edifici, ma il progetto prevede di coinvolgere presto una parte significativa della comunità locale. L’obiettivo è soddisfare le esigenze dei cittadini di aggregarsi, partecipare alla vita pubblica e affrontare insieme le sfide energetiche comuni. La Presidente della cooperativa, Magda La Trofa, ha spiegato che questa iniziativa è nata come risposta ai bisogni individuati dalla comunità stessa e ha ricevuto il sostegno finanziario del Comune per avviare un progetto pilota di costituzione di una comunità energetica. Questa comunità energetica si basa sulla partecipazione volontaria e aperta delle persone che si uniscono per produrre, scambiare, stoccare e vendere energia da fonti rinnovabili. L’iniziativa prevede l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti, grazie a un accordo con Arca Capitanata, gestore delle case popolari, e si estenderà gradualmente a tutto il paese. In questa fase iniziale, coinvolgerà un complesso di case popolari del Comune, offrendo alle famiglie coinvolte un risparmio significativo sulla bolletta energetica. La cooperativa ha stretto una partnership con ènostra per la consulenza tecnica e la formazione dei cittadini interessati, contribuendo così a promuovere una gestione più sostenibile e consapevole dell’energia.

Esempi in Campania

Il progetto della Comunità Energetica e Solidale di Napoli Est aveva come obiettivo sviluppare un’innovativa sperimentazione nel quartiere periferico di Napoli, San Giovanni a Teduccio, creando una delle prime Comunità Energetiche di energia rinnovabile (CER) nel Sud Italia. La CER sarebbe stata costituita sotto forma di ETS (Ente del Terzo Settore) e avrebbe coinvolto la Fondazione Famiglia di Maria, responsabile di un centro socio-educativo nel quartiere, e 40 famiglie in situazioni di disagio che risiedevano in appartamenti vicini alla fondazione e condivisero la stessa cabina elettrica.

Il fulcro del progetto era l’installazione di un impianto fotovoltaico sulla sede della Fondazione, il cui costo sarebbe stato parzialmente sostenuto attraverso le detrazioni fiscali previste dal bonus ristrutturazioni. Questo impianto avrebbe garantito l’autonomia energetica del centro socio-educativo e l’energia in eccesso sarebbe stata immessa nella rete elettrica a beneficio delle famiglie coinvolte. L’energia utilizzata dalle 40 famiglie sarebbe stata considerata “energia condivisa” e avrebbe ricevuto incentivi. Nel corso di 25 anni, il periodo di garanzia dei moduli fotovoltaici, si prevedeva di ricevere oltre 200mila euro in incentivi, al netto delle spese di gestione. Si stimava anche un risparmio effettivo di circa 300mila euro in termini di minor consumo elettrico per tutti i membri della CER.

In parallelo, il progetto avrebbe offerto servizi socio-assistenziali alle famiglie beneficiarie, fornito un percorso formativo sulle modalità di approvvigionamento dell’energia rinnovabile e condotto un monitoraggio dei consumi elettrici e della qualità edilizia per ridurre la dispersione di calore. Inoltre, era prevista una campagna informativa per sensibilizzare ulteriormente i cittadini sui vantaggi delle comunità energetiche, incoraggiare la creazione di nuove comunità e promuovere l’utilizzo delle energie rinnovabili a fini sociali, economici e ambientali.

Esempio in Friuli

Il Progetto RECOCER, avviato nel 2021 e sostenuto da un finanziamento di oltre 5 milioni di euro dalla Regione Friuli Venezia-Giulia, ha dato vita alla più grande Comunità Energetica Rinnovabile d’Italia. Questa iniziativa è nata dalla partecipazione della Comunità Collinare e del Comune di San Daniele al workshop “Le Comunità Energetiche per la centralità dei cittadini nel nuovo mercato dell’energia” nel 2019, organizzato dall’Energy Center del Politecnico di Torino. Il Progetto RECOCER coinvolge 15 comuni e fornisce energia a circa 50 mila abitanti, rappresentando una pietra miliare nella promozione delle Comunità di Energia Rinnovabile (CER).

L’obiettivo principale del Progetto RECOCER è quello di sviluppare una capacità di progettazione e gestione delle CER, focalizzandosi su minori costi, valutazioni indipendenti, confronto tra fornitori e creazione di valore per la comunità locale. L’esperienza maturata in questo progetto potrebbe essere estesa a livello regionale, offrendo un modello replicabile ad altri comuni del Friuli, in linea con le prospettive del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede significativi finanziamenti per le CER nei comuni con meno di 5 mila abitanti.

Conclusioni

In conclusione, l’entrata in vigore del decreto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili segna un momento cruciale per il futuro energetico italiano. Questa normativa rappresenta un passo avanti significativo nella promozione delle fonti rinnovabili, con l’obiettivo ambizioso di installare impianti rinnovabili per una potenza complessiva di 5 GW e di incentivare l’energia condivisa all’interno delle CER. Grazie a una tariffa incentivante ventennale e un contributo a fondo perduto, le comunità nei Comuni fino a 5.000 abitanti potranno beneficiare di un sostegno concreto, sostenuto da un fondo di 2,2 miliardi di euro provenienti dal PNRR.

Il ruolo centrale delle CER e dell’autoconsumo diffuso nella transizione energetica italiana è stato sottolineato dal Ministro Pichetto, che vede in questo decreto un passo avanti non solo per lo sviluppo delle fonti rinnovabili ma anche per gli obiettivi climatici del Paese. L’Italia, forte degli esempi di comunità energetiche già esistenti e di queste nuove normative, si dovrebbe satre preparando a diventare un punto di riferimento nel settore delle energie rinnovabili, dimostrando che l’innovazione e la sostenibilità possono andare di pari passo verso un futuro più resiliente e responsabile.

In questo contesto in rapida evoluzione, “Ambra Consulting” si presenta come il partner ideale per affrontare le sfide delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Con competenza approfondita e servizi su misura, Ambra Consulting offre consulenza completa per trasformare le opportunità in realtà tangibili. Affidatevi a noi per un viaggio di successo verso la sostenibilità nel panorama delle Comunità Energetiche Rinnovabili.